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  • #2021 #Stagione Concertistica

    Conlon

    domenica 21 novembre 2021
    Firenze, Teatro Verdi
    domenica 21 novembre 2021 ore 17:00
    JAMES CONLON direttore
    Orchestra della Toscana
    Wolfgang Amadeus Mozart / Sinfonia n.34 K.338
    Dmitrij Šostakovič / Sinfonia da camera dal 'Quartetto n.8 op.110a' (versione per orchestra d'archi di Rudolf Barshai)
    Wolfgang Amadeus Mozart / Sinfonia n.41 K.551 'Jupiter'
    Biglietti
    Intero € 17,00
    Ridotto € 15,00
    + €2,00 di prevendita

    In vendita alla Biglietteria del Teatro Verdi (dal martedì al venerdì ore 10.00-13.00 e 15.00-19.00), nei punti vendita del circuito Box Office e Ticketone e online su www.teatroverdifirenze.it



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    SCONTO del 50%: biglietto a € 8,50 anziché € 17,00
    Offerta valida acquistando alla Biglietteria del Teatro Verdi e nei punti vendita del circuito Box Office e Ticketone (prevista una commissione di € 2,50)

    Slittato a causa della pandemia, finalmente il debutto di James Conlon come direttore onorario dell’ORT adesso può avvenire. Il maestro statunitense di origini lucane è una stella autentica – già alla guida dalla Filarmonica di Rotterdam, dell’Opéra di Parigi, dell’Orchestra sinfonica nazionale della Rai, attualmente della Filarmonica di Los Angeles e della Baltimora Symphony – che però tende a scansare le pose da divo. Anzi, quando sale sul podio evita di puntare i riflettori su di sé: gli interessano piuttosto la coerenza e la rilevanza culturale dei suoi programmi. Ecco perché nella lunga carriera, oltre al consueto repertorio sinfonico e operistico che uno come lui deve avere sotto mano, ha anche cominciato a riscoprire autori del decadentismo europeo ingiustamente dimenticati (tipo il viennese Alexander Zemlinsky, che fu maestro e cognato di Schönberg), a tirar fuori dall’oblio le composizioni che il Terzo Reich voleva fossero cancellate dalla faccia della terra e quelle di musicisti marginalizzati dalla storia per ragioni razziali, come Joseph Bologne, Chevalier de Saint-Georges, rilevante figura di compositore nero nella Francia del Settecento. Nel programma odierno Conlon si confronta con una delle pagine più drammatiche di Dmitrij Šostakovič, l’ottavo quartetto per archi dedicato, nel 1960, “alle vittime del fascismo e della guerra”, in realtà concepito come occulto atto di accusa verso ogni dittatura, compresa quella comunista che lui stesso pativa. Qui viene presentato nella trascrizione orchestrale, approvata dall’autore, dovuta a Rudolf Barshai. Attorno a quest’opera si dispongono due sinfonie di Mozart a loro modo cruciali nella biografia del musicista austriaco. Una è la K.338, l’ultima prodotta a Salisburgo, nel 1780, prima della traumatica rottura con la corte dell’arcivescovo Colloredo presso cui era impiegato. L’altra è la K.551, la sua ultima sinfonia in assoluto, buttata giù quasi di getto nell’estate 1788: è chiamata “Jupiter”, Giove, per la sua perfezione, la grandiosità, la dottrina compositiva che vi è riversata.







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