Una storia che inizia da lontano e che rappresenta una grande eredità culturale. Passignano è stata teatro di molte vicende religiose e politiche ed è arrivata ai nostri giorni senza perdere il suo fascino. Per l’ORT è una piacevole consuetudine dei suoi programmi estivi. Quest’anno ci suoniamo il 17 luglio.
L’Abbazia di San Michele Arcangelo a Passignano è un monastero della Congregazione vallombrosana con origini molto antiche e una storia ricca di vicende. Tutto il complesso appare oggi ancora racchiuso all’interno della sua cortina muraria quattrocentesca a pianta quadrangolare, con le integrazioni neogotiche della fine del XIX secolo, quando la comunità monastica fu soppressa e i suoi luoghi trasformati una villa.

Sulle origini di questo luogo ci sono varie ipotesi. Come suggerisce l’intitolazione a san Michele arcangelo, il complesso venne fondato in epoca longobarda, visto il particolare culto tributato all’angelo guerriero. Alcuni sostengono che la data di fondazione sia il 395, altre ipotesi hanno suggerito l’899. Quello che è certo è che nel XI secolo la comunità monastica fu tra le prime ad accogliere la riforma di Vallombrosa promossa da Giovanni Gualberto, divenendo un’importante sede della lotta contro la simonia. Inoltre, Giovanni Gualberto morì proprio nel monastero e la custodia dei suoi resti pose la badia in una posizione di prestigio nell’ambito vallombrosano che, insieme a donazioni e acquisti, le permisero di amministrare vasti territori nel Chianti e molti edifici adibiti all’accoglienza.
Passignano e il suo monastero hanno anche giocato un ruolo rilevante nelle vicende storiche e politiche di Firenze. Già nel 1199 Firenze tentava di imporre ai monaci di non allearsi né col papa, né con l’imperatore. Ma era tardi, perché Passignano era già alleata della famiglia filo-imperiale degli Alberti, con cui costruì addirittura un’intera città contro Firenze, Semifonte, che poco dopo i fiorentini demolirono fin dalle fondamenta.

Con il potere mediceo il monastero e l’intero ordine Vallombrosano persero di importanza, ridimensionati anche dal Concilio di Trento e dalla Controriforma. L’ordine cambiò nome in Congregazione di Santa Maria di Vallombrosa e dal 1550 la sede venne posta nel monastero di San Bartolomeo a Ripoli. A Passignano si accentuò l’aspetto monastico, venne istituito uno studentato, iniziò uno studio approfondito delle scienze e della matematica, tanto che nel 1588 fu chiamato anche Galileo Galilei.

Nel 1810 il monastero venne soppresso dalle leggi napoleoniche, la vita monastica di Passignano si interruppe e vene disperso l’intero patrimonio archivistico insieme alla biblioteca. Solo nel 1818 i Vallombrosani riuscirono a riacquistare Passignano e l’intera tenuta, in cui venne ricostruita una piccola comunità di sacerdoti e monaci. Ma nel 1866 con le leggi Siccardi vennero soppressi tutti gli ordini religiosi e il governo italiano assegnò la custodia del luogo a pochi monaci rimasti. Nel 1870 Passignano venne messa all’asta e venduta al conte Maurizio Dzieduszycki poiché lo Stato non sapeva cosa farsene, ma fortunatamente nel 1986 i monaci ripresero definitivamente il monastero.
Passignano non manca mai nei programmi estivi dell’ORT, ed anche per il nostro pubblico è diventata una piacevole consuetudine. Il prossimo 17 luglio saremo presenti con un nostro ensemble, che suonerà musiche di Bernhard Henrik Crusell e Ludwig van Beethoven. Questo il link per saperne di più.