Se facciamo un tuffo nel passato possiamo scoprire come via Ghibellina, la strada che ospita il nostro teatro, vanta un suolo antico, ricco di storie. Luoghi percorsi da personaggi che hanno contribuito allo splendore della città così come oggi la conosciamo. E che arrivano sino al Palazzo Jacometti-Ciofi, sede attuale dei nostri concerti aperitivo.
Dobbiamo fare un salto indietro di oltre 700 anni per scoprire come ebbe luogo la nascita di Via Ghibellina. Infatti, dopo la Battaglia di Montaperti (4 settembre 1260), in cui guelfi fiorentini e ghibellini senesi si scontravano audacemente, il conte Guido Novello da Poppi aprì una porta nel cerchio delle mura che percorrevano la strada, la quale fu chiamata Porta Ghibellina; ecco quindi che si spiega il nome della via su cui oggi affaccia una parte del nostro teatro.

Oggi Via Ghibellina ospita una grandissima densità di palazzi storici. Al numero 30, ad esempio, si scorge il Palazzo Vivarelli Colonna, grandioso edificio nobiliare. Se si prosegue fino al numero 70, poi, ci si può imbattere in Casa Buonarroti, che ad oggi rappresenta uno dei più attraenti musei fiorentini. Infine, ultimo di questa lista ma non per importanza, situato al civico 110 possiamo trovare il celebre Palazzo Borghese, uno dei rari esempi di architettura neoclassica nel centro della città fiorentina.
Inoltre, è proprio su questa strada così gremita di storie che il Teatro Verdi affonda le sue radici. Infatti, una delle tante curiosità che si potrebbero raccontare su questo luogo è che l’attuale Via Verdi, in passato era chiamata Via del Diluvio, perché tracciata sull’antico fosso, dove l’acqua dell’Arno allagava ad ogni nuova piena.

Il luogo su cui vorremmo però attirare la vostra attenzione si trova al civico 87 di Via Ghibellina: è il Palazzo Jacometti-Ciofi, altrimenti detto Baldinucci o Troubetzkoy. Oltre ad ospitare la storica Enoteca Pinchiorri è anche dimora dell’hotel di lusso Baglioni Relais Santa Croce, che dal 2016 rappresenta la sede abituale dei nostri concerti aperitivo.
Si tratta di un edificio innalzato su quattro piani. Già dalla varietà di nomi di cui gode, questo palazzo fa intendere la sua lunga storia. L’edificio venne appunto fatto costruire dal marchese Baldinucci, all’epoca tesoriere del Papa. Egli trasportò direttamente da Roma le due colonne di granito che tuttora reggono un elegante balconcino. Su questo palazzo settecentesco si può pertanto scorgere lo stemma della famiglia Baldinucci che recita il motto “In deo spes mea” (“La mia speranza è in Dio”).

Ma c’è dell’altro…
Anche il numero 87 ha un suo curioso significato che trova la sua origine nel passato: a questo numero civico la letteratura attribuisce difatti la dimora della famiglia Targioni Tozzetti, dove il numero rappresentava non solo la residenza del medico, botanico e naturalista Giovanni, ma anche il luogo del celebre e rinomato salotto tenuto da Fanny, moglie del naturalista Antonio Targioni Tozzetti, il quale veniva abitualmente frequentato da politici e letterati, fra i quali anche Giacomo Leopardi, che proprio a Fanny si ispirò per le poesie del Ciclo di Aspasia.

Oggi questo edificio ha ben poco a che fare con papi o marchesi, anche se mantiene intatto il suo fascino secolare.
In ogni caso, che siate degli amanti di vino o meno, se doveste avere voglia di allietarvi con un concerto dopo aver gustato del buon cibo toscano, sapete dove andare!
“Raggio divino al mio pensiero apparve, donna, la tua beltà.”
Giacomo Leopardi da Aspasia