Un luogo speciale che ha ospitato molte figure importanti, dai Medici a Vittorio Emanuele II. È anche una delle meravigliose ville medicee patrimonio Unesco dell’umanità e accoglierà uno dei concerti della quinta edizione di Ville e Giardini incantati.
La villa medicea della Petraia è una delle più affascinanti, si trova nella zona collinare di Castello, sulle pendici di Monte Morello, e domina dall’alto l’intera città di Firenze. È immersa nel verde: a sud si affaccia sul giardino formale, con la sublime spazialità geometrica dell’originario impianto cinquecentesco; a nord invece si estendono numerosi ettari del parco romantico realizzato nell’Ottocento. Le statue, tra cui primeggia la Venere del Giambologna, fanno da ornamento alla maestosità della villa, insieme all’inconfondibile torretta con l’orologio del XIX secolo. Ma la storia di questo luogo inizia da lontano…

Nel 1364 il palazzo della Petraia apparteneva alla famiglia Brunelleschi finché, quasi un secolo più tardi, venne acquistato dalla famiglia Strozzi. Dopo una serie di vicissitudini, alla fine nel Cinquecento la villa fu acquistata da Cosimo I de’ Medici che la donò al figlio Ferdinando nel 1568. Fu proprio lui che, una volta divenuto Granduca nel 1587, iniziò la trasformazione vera e propria in residenza signorile. Così partì una serie di lavori che durò circa dieci anni in cui il medievale castello turrito venne trasformato in quello che sarà il modello della villa di campagna toscana. Vennero fatti anche degli interventi per trasformare la natura “pietrosa” del luogo (da qui il nome) in una scenografica sequenza di terrazzamenti.

Inoltre, al piano terra fu realizzato un cortile, da sempre fulcro dell’edificio, affrescato con due splendidi cicli: uno cinquecentesco riferibile a Cosimo Daddi e l’altro voluto dal principe Don Lorenzo, databile al secondo quarto del Seicento, realizzato da Baldassarre Franceschini detto il Volterrano. In epoca sabauda, in occasione dei festeggiamenti per il fidanzamento del figlio del Re, il cortile fu trasformato in salone da ballo, con una copertura in vetro e ferro a chiudere le logge, oggi nuovamente aperte.

Nel Settecento, con la fine della dinastia medicea, la villa passò nelle mani dei Lorena e, con l’Unità d’Italia, diventerà una delle residenze di Vittorio Emanuele II e di Rosa Vercellana, moglie del Re. È proprio questo il periodo in cui si effettuarono alcune trasformazioni che rispecchiano l’aspetto odierno, principalmente vennero modificati gli interni e il giardino. L’arredo venne rinnovato con una serie di mobili di pregio che i Savoia avevano ereditato: tappeti, quadri, arazzi e molti pezzi di arredamento provenienti da ville e palazzi reali.
Nel 1919 la villa viene infine donata allo Stato Italiano che la destinò all’Opera Nazionale Combattenti, i quali monetizzarono la proprietà disperdendo arredi, decorazioni e terreni. Negli anni ’60 la villa tornò fortunatamente allo Stato e da allora è stata oggetto di un impegnativo progetto di recupero, sia delle parti strutturali che dell’arredo.

Questa meravigliosa villa sarà anche una delle sei residenze medicee del patrimonio Unesco che saranno coinvolte nella quinta edizione di Ville e Giardini incantati (nove concerti tra il 4 giugno e il 3 luglio), annuale iniziativa estiva realizzata in collaborazione con il Polo museale della Toscana. Il primo luglio sul podio sarà infatti presente il francese Marc Leroy-Calatayud, alla guida dell’ORT con un programma incentrato su Mozart. Per l’occasione è stata invitata Miriam Prandi, giovane violoncellista ammessa a soli 11 anni ai corsi di Antonio Meneses alla Chigiana di Siena.