29 aprile: ultimo streaming
(poi si torna in presenza!!!) Sul podio arriva Alessandro Bonato
Cambio di testimone tra giovani sul podio: Alessandro Bonato sostituisce Andrea Battistoni. In programma i toni cupi e tormentati di Sibelius e Mozart e le specialità solistiche di Rota per il fagotto di Paolo Carlini. In streaming sul canale YouTube e pagina Facebook dell’Orchestra.
Il piano originale per lo streaming del 29 aprile (h. 21.00) prevedeva sul podio dell’ORT Andrea Battistoni, trentaquattrenne già ben noto nel panorama musicale internazionale. Purtroppo nuove norme in materia di prevenzione al Covid lo hanno costretto ad anticipare il suo viaggio in Giappone, per cui non potrà essere con noi. Siamo riusciti però a mantenere la produzione e lo abbiamo fatto chiamando sul podio un altro giovane direttore, in questo caso una figura di spicco tra i giovani emergenti: Alessandro Bonato, veronese, classe 1995, al suo debutto con l’ORT. Direttore principale dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana dallo scorso gennaio (carica che lo annovera come il più giovane direttore tra le ICO Italiane), si è formato come violinista e violista per poi impugnare la bacchetta e dirigere le più importanti orchestre. Il programma ha subito qualche variazione: rimane il Concerto per fagotto di Nino Rota, e subentrano musiche di Sibelius e Mozart.
Del compositore finlandese Jean Sibelius ascolteremo il Valse Triste che con i suoi toni melanconici è diventato ormai un simbolo per la nazione nordica. Il brano riprende le musiche di scena che Sibelius aveva scritto per il dramma del cognato Arvid Järnefelt, Kuolema (La morte). L’opera narra la vicenda di un ragazzo diciannovenne che veglia la madre morente, e si assopisce proprio quando la donna, in un dormiveglia, si immagina di essere a un ballo, e di incontrare uno sconosciuto che è la morte personificata. Ad accompagnare questa scena di delirio, c’è il Tempo di valse lente che l’autore ribattezzò poi Valse triste nella versione rivista e pubblicata del 1904. Il dramma non ebbe grande successo, ma le note di Sibelius, con tutta la sua intensità racchiusa in soli sei minuti, è diventato una pietra miliare del ‘900.
Da un’introduzione lenta a suon di valzer, colonna sonora dell’opera, si passa all’autore che per eccellenza ha costruito la sua carriera sulla musica da film, diventando l’alter ego musicale di Federico Fellini, componendo le musiche per tutti i film del Maestro riminese dal 1952 al 1978. Stiamo parlando di Nino Rota, che qui ascoltiamo in un un brano meno famoso del suo ampio catalogo. Nel Concerto per fagotto e orchestra, scritto nel 1977 (due anni prima della sua scomparsa), ritroviamo lo stile “cinematografico” del compositore milanese, ovvero quel linguaggio ottocentesco, fedele al primato della melodia. È un brano di riferimento nella sperimentazione di questo strumento, qui interpretato dal primo fagotto dell’ORT, Paolo Carlini. Rota è stato ispirato probabilmente dalla sua lunga attività di direttore di Conservatorio che lo ha portato spesso in contatto con insegnanti di strumenti poco frequentati nel repertorio concertistico.
La serata si chiude con uno dei modelli più importanti per i compositori dell’800, secolo che riecheggia nelle note dell’intero programma: la Sinfonia n.40 di Mozart. Appartiene all’ultima stagione creativa del genio di Salisburgo e fu considerata all’epoca esempio di grazia e leggerezza; oggi appare in una luce introspettiva e drammatica. Fu scritta insieme alle altre due ultime sinfonie (n.39 e n.41), nel giro di pochi mesi estivi del 1788 (in 45 giorni, dal 26 giugno al 10 agosto!), uno dei periodi più bui e tormentati dell’esistenza del compositore, tra la delusione del debole successo del Don Giovanni e le ristrettezze economiche. Il tormento e i colori cupi si traducono qui nella tonalità in sol minore, adottata nella composizione sinfonica solo due sole volte da Mozart.
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