Lonquich il 4 marzo
Online per l’ultima tappa di Musica Divina
Il nostro viaggio dantesco si chiude con i due compositori classici per eccellenza: Mozart e Beethoven. Sul podio e al pianoforte Alexander Lonquich, ormai di casa all’ORT.
Prossimo streaming sul canale YouTube e pagina Facebook dell’Orchestra è programmato per giovedì 4 marzo ore 21.00. Su Premium sono già disponibili nuovi contenuti alla preparazione del concerto!
Ultimo appuntamento in streaming per la rassegna di concerti Musica Divina iniziata a gennaio. Nella sesta tappa del nostro viaggio ci muoviamo tra le note del Classicismo viennese sotto la guida esperta di Alexander Lonquich. Pianista affermato, vincitore nel 2016 del Premio Abbiati come miglior solista, ha collaborato con le più grandi orchestre del mondo, alternandosi tra pianoforte e podio. Dal 2014 è Direttore Principale dell’Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza e dal 2020 è Direttore Artistico della Scuola di Musica di Fiesole. È ospite regolare del Verdi e molto apprezzato dal pubblico dell’ORT, nonché concittadino: vive infatti a Firenze con la moglie e collega Cristina Barbuti, con cui nel 2013 ha dato vita al progetto “Kantoratelier”, uno spazio per masterclass e incontri dedicati a musica, teatro, arte e psicologia.
La serata si apre con il Quarto Concerto per pianoforte e orchestra di Beethoven. Scritto tra il 1805 e il 1806, vede la sua prima esecuzione pubblica l’anno successivo con Beethoven stesso al pianoforte, in un concerto storico al Teatro An der Wien (dove furono eseguite anche la Quinta, la Sesta e la Fantasia Corale op.80). Sono gli anni in cui il compositore prende sempre più consapevolezza della sua sordità, progressiva e inarrestabile. Questa presa di coscienza lo porta da un lato a opere dal grande slancio vitale ed eroico (come la Terza e Quinta Sinfonia) e dall’altro a un rapporto ancora più intimo con le note e a composizioni che esplorano e riflettono il suo mondo interiore. È questo il caso del Quarto Concerto op.58, diverso da tutti gli altri proprio per questa ottica profonda e strettamente personale. Il pianoforte, strumento prediletto da Beethoven, apre il primo movimento di solito affidato invece all’orchestra e prosegue stabilendo con quest’ultima un dialogo intimo. I due non si sovrappongono mai, anzi, c’è una contrapposizione tra solo e tutti. Il pianoforte diventa quasi un amico, un confidente di Beethoven che non si preoccupa di esprimere virtuosismo, ma piuttosto di delineare un’interiorità forte della sua dolcezza.
Alexander Lonquich passa poi al podio per la Sinfonia n.41 di Mozart, altro colosso del Classicismo. Soprannominata Jupiter dall’impresario Johann Peter Salomon (il committente delle sinfonie “londinesi” di Haydn) per il suo carattere glorioso, fu scritta nel 1788 in soli tre mesi insieme alla n.39 e alla n.40. Le tre sinfonie sono state concepite come un ciclo unitario per un’unica serie di concerti e ciò nel secondo Settecento significava dover rispondere ad aspettative ben precise, a partire da una certa solennità. Oggi andare ad un concerto è venuto a significare, in un certo senso, recarsi in visita ad un ideale museo di capolavori del passato, ma all’epoca era ben diverso. L’attenzione del pubblico andava continuamente conquistata rendendo necessari grandi gesti di richiamo. Ecco la ragione di tanta magniloquenza, evidente ancor di più nell’ultimo movimento che, seppur ancora saldamente legato alla forma sonata, tocca l’apice dello stile sinfonico e apre la strada a una nuova era: quella della sinfonia sbilanciata verso il finale, via che l’Ottocento, da Beethoven in poi, avrebbe seguito con dedizione.
Vi aspettiamo connessi con lo streaming!