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  • Una magìa di villa



    Si chiama Màgia, con l’accento sulla prima vocale. Fin dal ‘300 ha dominato sul pistoiese, passando dalle mani delle maggiori casate locali. Alla fine del ‘500 visse il momento di massimo splendore con la famiglia Medici. Adesso ci portiamo la nostra musica.

    Sulla valle dell’Ombrone e alle pendici settentrionali del Montalbano sorge Villa La Magia. Il suo nome deriva probabilmente da “maia”, femminile del termine latino “maius” che significa “maggiore”, attribuito all’edificio in quanto villa principale della zona.
    Inizialmente era una casa-torre di proprietà della famiglia Panciatichi, una delle casate pistoiesi più importanti che acquisì il terreno per la sua posizione strategica: era perfetto per il controllo della viabilità tra Pistoia e Firenze.

    Nel 1583, però, i Panciatichi furono costretti a cedere tutte le loro proprietà, avendo perso terreno nell’opposizione con la famiglia dei Cancellieri che intanto invece si fa strada sul controllo di Pistoia.
    Fu allora che entrarono in gioco i Medici: il granduca Francesco I acquistò la villa e tutti i suoi possedimenti, confinanti con quel satellite di territori che aveva creato attorno al Montalbano come riserva di caccia reale: il così detto “Barco Mediceo”.

    L’edificio venne ristrutturato da Bernardo Buontalenti che ne mantenne l’aspetto strutturale semplice, rinnovando più che altro il loggiato interno, la colombaia e il cortile. In aggiunta, con l’aiuto di Davide Fortini, fece realizzare un lago artificiale quadrato (oggi colmato) destinato alla pesca e alla caccia di anatre selvatiche. E proprio durante una battuta di caccia, alla Magia si è svolto anche uno storico incontro tra Francesco I e Carlo V.

    La villa rimase ai Medici fino al 1645, dopodiché passo di mano in mano a diverse famiglie. Tra queste ricordiamo gli Attavanti di Castelfiorentino che avviarono una ristrutturazione importante sia negli interni (che furono ridecorati e affrescati) che nel giardino. Quest’ultimo fu trasformato seguendo lo stile all’italiana in voga nel tardo rinascimento: spuntarono siepi geometriche e parterre, oltre che una fontana circolare e centrale che si incontra appena superato il cancello d’ingresso alla residenza. Altri importanti cambiamenti furono portati dalla famiglia degli Amati Cellesi che costruirono la limonaia e il parco con boschi di cipresso e alloro.

    Dal 2000 la proprietà è del Comune di Quarrata e dal 2013 fa parte dei siti UNESCO Patrimonio dell’Umanità insieme alle altre ville medicee.
    Altre informazioni e immagini sono disponibili sul sito ufficiale.

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