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  • Graticcia con vista



    Non c’è battaglia, la “graticcia” più bella di Firenze ce l’abbiamo noi. O almeno, quella con la vista migliore. Il viaggio nei segreti del Teatro Verdi prosegue con un passaggio da questo luogo sospeso nel vuoto e nel tempo, guidati dal nostro responsabile tecnico, Walter Sica.

    È complicato raccontare cosa sia la “graticcia” a chi non conosce la struttura di un teatro, perché è uno di quei luoghi inaccessibile allo sguardo dello spettatore ma essenziale ai fini dello spettacolo. Da qui prende vita la scenografia, articolata in una complessa struttura di fondali, elementi di scena, luci e tutto ciò che serve a creare l’atmosfera del teatro. Potremmo dunque affermare che senza la graticcia e le persone che ci lavorano sopra molti spettacoli non andrebbero mai in scena. 

    Graticcia con vista “cupolone” …

    La graticcia altro non è che una trama di travi di legno posta al di sopra dell’arco scenico. Queste travi, parallele al boccascena, sono distanziate l’una dall’altra in modo da permettere il passaggio delle corde che manovrano ogni elemento; vengono condotte attraverso le pulegge, che ne permettono lo scorrimento, e poi legate al mantegno, postazione dalla quale lavorano gli addetti ai lavori. 

    Il Teatro Verdi è molto alto, per questo la sua graticcia è posta a 18 metri dal palcoscenico. Non è semplice lavorare a quell’altezza, soprattutto a causa della sensazione di vuoto che può provocare il camminare su di una trama che ti permette di vedere cosa avviene a terra. Chi non è abituato parla di senso di instabilità e vertigini; ma per noi, che da anni andiamo avanti e indietro su queste travi, la paura è l’ultimo dei problemi.

    La graticcia vista dal basso, alzando gli occhi dal palcoscenico.

    La struttura è interamente in legno, a differenza di teatri più moderni in cui è in acciaio. Questo ha portato nel tempo ad un’accurata manutenzione ai fini di garantire la sicurezza dei tecnici ma anche degli attori stessi. Un errore in graticcia, infatti, può rappresentare un pericolo per chiunque. Da quell’altezza un martello, ma anche un minuscolo chiodo, diventa estremamente rischioso. Sono errori che possono capitare, per questo è necessario lavorare con attenzione, avere una buona comunicazione e soprattutto un rapporto di fiducia reciproca.

    Uno dei limiti più grandi della graticcia in legno è rappresentato dalle scenografie dei moderni spettacoli: immense, ingombranti ma soprattutto pesanti. La nostra graticcia era stata progettata per le vecchie scenografie di carta. Proprio per questo negli anni abbiamo montato dei motori capaci di muovere elementi di scena che altrimenti renderebbero complicato il regolare svolgersi dello spettacolo. Mi torna alla mente una rappresentazione de “Il Lago dei Cigni” durante la quale sollevammo una finta parete che fece tremare l’intera struttura; in quell’occasione ho veramente temuto per l’intera stabilità; ma ero convinto che, come aveva resistito negli anni, non avrebbe deluso nemmeno in quell’occasione.

    In conclusione questa è la “graticcia”; una struttura sospesa nel vuoto e sospesa nel tempo; Il luogo che da anni permette al Verdi di portare in scena i suoi spettacoli ed essere il teatro che tutti i fiorentini conoscono e amano.

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