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  • Un violino per l’ORT | 8



    Siamo arrivati al capitolo finale. La verniciatura è l’ultima fase della lavorazione, certamente non meno delicata di tutte quelle che l’hanno preceduta. Dopo 12 settimane il violino costruito da Lorenzo Belardi è pronto per far sentire la sua voce dentro al nostro Teatro Verdi. Speriamo di potervelo far ascoltare il prima possibile. Nel frattempo ve lo facciamo vedere …

    Prima di salire sul palco il Professore sistema attentamente il suo abito; abbina fra loro i diversi elementi, si assicura una perfetta mobilità e sistema con cura le pieghe del capo. Terminata questa preparazione è pronto a entrare in scena. Lo stesso vale per il nostro violino, la cui vestizione risiede nell’ultima fase della sua creazione, la verniciatura, dopo la quale potrà finalmente esprimersi attraverso la musica. 

    Questa è una delle fasi più artistiche e personali dell’intero processo, un momento emozionante e sempre nuovo. Per noi liutai, infatti, ogni strumento è diverso dal precedente, perché ogni legno ha le sue caratteristiche, le sue venature, la sua porosità e dunque bisogna cercare ogni volta la giusta dose di vernice, i precisi tempi di applicazione; l’abito che veste meglio sulle sue forme.  

    In questa fase, dunque, non esistono stringenti regole da seguire. Ciò che conta è il proprio senso estetico e l’esperienza consolidata in anni di lavoro.

    Per cominciare smonto le parti mobili precedentemente applicate sullo strumento; tolgo piroli, corde, cordiera e ponticello che altrimenti creerebbero difficoltà nella verniciatura. A questo punto comincia la fase di “preparazione” attraverso l’applicazione della caseina, come già fatto per l’interno, al fine di isolare il materiale e non permettere alla vernice di penetrare in profondità nei pori del legno. Questo appesantirebbe irrimediabilmente la struttura e impedirebbe allo strumento di vibrare come dovrebbe, compromettendone il suono.

    Fatto questo posso procedere all’applicazione della vernice ad olio preparata in precedenza. Ogni liutaio ha le sue preferenze e le sue formule per creare le proprie tinture, a conferma del fatto che non esistano regole precise riguardo a questa fase. In ogni caso, il mio violino al momento è bianco e l’obiettivo finale è fargli raggiungere il suo caratteristico color ambrato. Per farlo andrò a dare il giusto numero di mani di vernice, a seconda delle necessità, ognuna delle quali dovrà stare fra le cinque e le otto ore in un box con lampade UV, per garantire un’asciugatura uniforme. Una volta raggiunto il colore desiderato dovrò lasciare riposare lo strumento per almeno una settimana affinché il processo possa dirsi concluso.

    Chi commissiona un violino può richiedere un determinato tipo di verniciatura. Esiste quella “moderna”, perfetta e impeccabile, quella “antica”, con lievi imperfezioni che danno personalità allo strumento, e infine la “copia”, ossia la riproduzione fedele di uno strumento famoso del passato. Nel caso non vi siano indicazioni sono libero di scegliere, come per questo violino, ed esprimermi al meglio a seguito di un’attenta valutazione. Il violino che ho fra le mani deve rappresentare i quarant’anni dell’ORT; deve raccontare una storia, ricca di passione, fatta di musica e di persone; Così ho scelto. Ho deciso di donargli carattere, imprimervi un vissuto; una pennellata per ogni concerto, una pennellata per ogni palco calcato, e infine una pennellata per ogni individuo che nel tempo ha fatto parte di questa stupenda orchestra di persone che è l’Orchestra della Toscana. 

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