Nel programma televisivo “C’è musica e musica” Luciano Berio unì il suo sconfinato sapere musicale all’amore per la ricerca, regalandoci un’ ulteriore prova del suo eclettismo: questa volta nei panni di divulgatore.
L’amore che Luciano Berio coltivava per la musica era qualcosa che lui stesso in un’intervista definì “infinito”. Personaggio poliedrico, Berio amava esplorare ogni campo della vita nella musica, e ogni campo della musica nella vita.
Nel 1972 nasce C’è musica e musica, un programma televisivo di divulgazione culturale-musicale, ideato e condotto dallo stesso Luciano Berio, dove, nel corso di 12 puntate a cadenza settimanale trovavano luogo quesiti quali “Che cos’è la musica?” “Perché si fa la musica?” “Esistono diverse musiche o c’è una musica sola?”

È così che Berio analizza il significato della musica descrivendo le varie forme sotto le quali si manifesta; esplora tante questioni relative al comporre, eseguire e pensare la musica con esempi dal barocco fino al rock, servendosi delle testimonianze delle più grandi personalità del mondo musicale italiano e internazionale: tra questi ricordiamo John Cage, Karlheinz Stockhausen, Bruno Maderna, e moltissimi altri ancora.

Con questa trasmissione si arrivò a parlare per la prima volta in Italia di musica in maniera non del tutto tradizionale, incontrandola nelle scuole vecchie e nuove, nei teatri, o nelle case di alcuni tra i suoi più noti protagonisti.
Non si trattava dunque di una indagine scientifica, come disse allora lo stesso Berio, ma di un lavoro che andava oltre il documentario, la ricerca, l’intervista o il concerto; piuttosto, era un tentativo di avvicinare il pubblico a chi la musica la fa, e cioè chi la compone e chi la esegue.

Nella puntata di inaugurazione del programma, intitolata Ouverture e andata in onda il 22 febbraio 1972, Berio specifica come non si tratti di un programma di indovinelli musicali, ma meglio, di una cronaca, un divertimento e più spesso una meditazione sul processo di esecuzione, creazione e ricerca musicale in genere, la quale si presenta come una questione sempre aperta e sempre da farsi. L’intento delle trasmissioni, pertanto, non era quello di proporre opinioni preconfezionate, bensì di sviluppare una polifonia di opinioni diverse e tentare di far capire la sostanza spirituale e morale del lavoro musicale.

Se è vero, come affermava Berio, che “la musica la si ama, la si studia, la si fa, ma non la si può raccontare in televisione o sui giornali”, sta quindi sempre a noi tentare di capire questo fenomeno, così avvolgente e incredibile che si intreccia in ogni aspetto della nostra vita.
L’idea di Berio era quella che i bambini si dovessero formare sin da subito alla musica, a partire dalla scuola elementare. Educando i figli ad un rapporto diretto e completo con il fatto musicale, si sarebbe potuto pertanto risolvere il problema basilare della scelta tra musica del passato e presente, tra natura e cultura. In questo modo la musica sarebbe semplicemente stata parte della sua vita e con questo avrebbe avuto uno strumento di conoscenza in più.

Berio sosteneva che il pubblico più intelligente fosse quello che si interessa alla musica di oggi e di ieri; quello che riesce a cogliere una continuità nella storia della musica, e per fare questo bisognava aiutarlo. Il tentativo che Berio fa con questo programma divulgativo, è di invitarci a rivalutare il passato. Noi tutti siamo spinti a considerare l’ipotesi di invertire la rotta che spesso si percorre quando si guarda alla musica del passato: secondo lui molto spesso interrogare il passato significava infatti nascondersi in esso e rifiutare perciò il presente. Ciò che bisogna fare, dunque, è evitare di guardare la musica del passato riconoscendo in essa delle basi e delle proprietà naturali che la musica del presente non possiede, perché “la musica è sempre contemporanea di chi la ascolta”.
Tutte le puntate di C’è musica e musica sono disponibili su RaiPlay.
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“La musica ha senso perché è in continua evoluzione, altrimenti non sarebbe più musica”.
Luciano Berio intervistato da Dino Foresio nel 1991, Taranto