Una macelleria che vende libri? In via Ghibellina 63r, sotto l’insegna “Antica Macelleria di Alfredo Nencioni“, c’è una signora che gestisce una piccola libreria. Un posto misterioso, strano, dove il tempo sembra essersi fermato. Oggi vi raccontiamo la sua storia …
Entro in una stanza di nemmeno 30 mq, scaffali zeppi di libri ricoprono ogni lembo di parete, da terra fin quasi al soffitto. La signora Deanna sta seduta su una vecchia sedia, bellissima, con le gambe accavallate, accanto ad una piccola stufetta elettrica. Davanti a lei c’è un piccolo sgabello di legno che sembra aspettare proprio me. Così mi siedo e timidamente le chiedo se può raccontarmi la sua storia. È una persona molto riservata, prima di cominciare mi domanda sospettosa dove sarà pubblicato il mio articolo, con qualche sorriso la tranquillizzo, ma comunque si vede che ci tiene all’intimità, dice che oggi tutto è esagerato e che “volgarità e turpiloquio sono al governo”. Come darle torto?

La sua storia inizia da lontano, Deanna è nata vicino a Volterra, ma ha vissuto anche a Genova e infine a Firenze. Quando è arrivata qui ha conosciuto un libraio che aveva soltanto un banco per strada e insieme hanno deciso di aprire una libreria che è quella dove mi trovo adesso. Quando lui muore, lei rimane sola, ma oggi è aiutata dal fratello, uno spilungone dall’aria guardinga che l’aiuta ad aprire il bandone la mattina e la sostituisce nel pomeriggio.

Non è un momento facile per le piccole librerie e non lo sarebbe nemmeno se non ci fosse la crisi causata dalla pandemia. La signora Deanna dice che si sente come se stesse facendo la resistenza, una resistenza pacifica mitigata da clienti affezionati e da quei giovani che vengono, forse un po’ pavidamente, a comprare i libri da lei. Dice che queste sono le cose che le danno speranza. Quando parla sento che dà un valore alle parole veramente profondo, quasi sacro, incredibilmente vero. Dice “io ormai sono vecchia e anche per questo sono sincera, vivo davanti alle persiane, non dietro”.

Le chiedo qual è il suo libro preferito e lei ridendo mi risponde che è impossibile sceglierne uno solo, ma poi mi dice che fin da quando è bambina ha un amore particolare per l’autore scozzese Robert Louis Steven. Ne parla con una luce negli occhi che fa venir voglia di leggerlo anche a me. Nel mentre entra un signore, è uno degli “affezionati”, un architetto fiorentino che negli anni ha comprato molti libri dalla signora Deanna, ma soprattutto ne ha venduti. Tempo fa ha dovuto cambiare casa e in quella nuova tutti i suoi libri non ci entravano, così l’ha portati in questa piccola libreria, sia mai che trovino preso una nuova dimora.
È arrivato il momento dei saluti, ma prima di andarmene mi sembra doveroso chiedere alla signora Deanna se ha voglia di consigliarmi un libro. Dopo un po’ di ricerche tra uno scaffale e l’altro tira fuori La costanza della ragione di Vasco Pratolini. Io non lo conosco, ma lei dice che è una penna importante di Firenze e mi esorta a leggero. Insisto per pagare e alla fine ho la meglio, ma non senza che lei mi regali un secondo libro. Sono ormai sulla porta, guardo l’insegna sorridendo e ripenso alle parole della signora Deanna “questa è un’insegna storica, non si può togliere. Ma a me va bene così, è bellissima e poi alla fine anche io vendo cibo, cibo per l’anima”.
