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  • Il nostro Colosseo



    Forse non tutti sanno che a pochi passi dal Teatro Verdi c’era un antico anfiteatro romano, costruito nel II secolo. Oggi non è rimasto molto, ma dietro ai nomi e alle forme delle vie adiacenti, si nasconde la storia di questo antichissimo edificio.

    La storia di Firenze inizia davvero da lontano. Fondata tradizionalmente nel 59 d.C. dai Romani, Florentia era poco più di un villaggio militare. Durante i secoli successivi l’accampamento diventa una vera e propria città, i cui contorni sono riconoscibili tutt’oggi nel nucleo quadrato del primo centro. Vengono quindi costruiti tutti quegli edifici che caratterizzano le città romane, tra cui (ovviamente) anche un anfiteatro.

    Portato a termine tra il 124 e il 130 d.C., aveva una forma ellittica di 120 metri di diametro, in grado di ospitare quasi 20.000 spettatori (contro gli 87.000 del Colosseo). Si trovava fuori dall’antica cerchia muraria, in una zona paludosa che oggi corrisponde allo spazio tra Piazza dei Peruzzi, via dei Bentaccordi e via Torta. L’antico perimetro è ancora visibile dalle immagini satellitari, ma possiamo ritrovarlo anche nella pianta assonometrica di Stefano Buonsignori, realizzata nel 1584.

    Pianta del Buonsignori (1584)

    Non è rimasto molto, ma la toponimia delle strade vicine racconta ancora oggi la storia di questo edificio. Via dell’Anguillara e via dell’Acqua rimandano alla già citata palude che c’era in quella zona e anche via delle Burella racconta la presenza dell’anfiteatro. Il toponimo deriva infatti da burius, ovvero il passaggio sotterraneo (sottostante all’attuale via) che conduceva gladiatori e fiere nell’arena. E ancora: la vicina via del Parlascio, dal greco perielasis, significa “girare intorno”. Ma c’è un’altra via in cui non è possibile passare senza chiedersi il perché di quella strana forma rotondeggiante: via Torta (“storta”). Chiamata originariamente “via Torcicoda”, è stata fatta proprio ricalcando la forma circolare dell’antico anfiteatro, tanto che percorrendola sembra quasi di girare in tondo.

    Ricostruzione dell’anfiteatro dove ora sorge Palazzo Peruzzi

    L’anfiteatro è oggi riconoscibile anche grazie alle rimanenze delle sue strutture portanti, anche se (come è accaduto per l’anfiteatro di Lucca) la costruzione sovrapposta delle case medievali ha nascosto gran parte degli antichi archi (fornices). Alcune case che si affacciano su via Torta, costruite sui resti perimetrali dell’anfiteatro, usando le sue stesse pietre, rappresentano oggi l’unica reale traccia visibile, insieme alle arcate su Palazzo Peruzzi, che ricalcano le antiche entrate.

    L’intera struttura non è mai stata scavata sistematicamente, ma ci sono stati alcuni eventi di scoperta occasionali. Nel 1887, durante gli scavi di una fognatura presso Borgo dei Greci, venne alla luce una parte degli antichi ruderi, destinati ad essere richiusi nel sottosuolo per sempre. Ma esiste un modellino, conservato originariamente al “Museo Firenze com’era”, in cui si può osservare la ricostruzione della conformazione della città al tempo romano, con le antiche mura, il foro e ovviamente l’anfiteatro.

    Plastico della Firenze romana

    Nella storia di questo anfiteatro è entrato anche San Miniato. La tradizione ci racconta che nel 250 d.C. il santo venne decapitato davanti ad una grande folla. Poi, indignato per il supplizio subito, si alzò in piedi, riprese la propria testa e se ne andò. Attraversò l’Arno e giunse sul primo colle della città. Li morì e proprio lì venne costruita in suo onore la famosa chiesa di San Miniato.

    Chiesa di San Miniato al Monte (Firenze)
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