Uno dei più bei teatri di tradizione italiani, un teatro dove l’ORT è già stata diverse volte e in cui tornerà domenica 13 giugno, in occasione del 58° Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo, intitolato Chopin. La voce dell’infinito.
Il Teatro Grande di Brescia come lo vediamo oggi è il risultato di una storia durata secoli. Non a caso il suo assetto architettonico, piuttosto complesso e finemente decorato, è il risultato di anni di adattamenti e trasformazioni. Esso è nato in una zona concessa dalla Repubblica di Venezia all’Accademia degli Erranti che, nel 1643, vi edificò la propria sede, dove riuniva la nobiltà cittadina in varie attività: esercizio equestre, matematica, morale e ballo.

Nello stesso luogo, nel 1664, vi si aprì il primo teatro pubblico bresciano. Il porticato del palazzo circondava un’area che gli accademici utilizzavano come maneggio che fu poi adattata a teatro con due interventi, uno nel 1664 e l’altro nel 1710. Poi di nuovo nel 1735. Più tardi venne aggiunto anche un ridotto in stile rococò, realizzato dall’architetto Antonio Marchetti, meravigliosamente affrescato. Il veneziano Francesco Zugno, allievo del Tiepolo, affrescò le pareti con personaggi in costume dell’epoca che suonano o conversano, bevendo cioccolata e indossando maschere. Il soffitto è delimitato da una balconata mistilinea di grande effetto scenografico, con affreschi allegorici che celebrano le Arti e le Scienze.

Dal ridotto si accede alla caffetteria e ad una saletta decorata nel 1811 da Giuseppe Teosa, con raffigurazioni allusive al gioco d’azzardo, che vi si praticava. Quest’ultima saletta è uno degli episodi più interessanti di decorazione neoclassica della città: la tecnica del monocromo simula stucchi e sculture su un elegantissimo sfondo verde, raggiungendo esiti di virtuosismo nel fogliame del soffitto e nei due finti rilievi con putti nelle sovrapporte.

A partire dal 1806 il teatro venne demolito e l’architetto milanese Luigi Canonica si occupò di ricostruirlo, secondo il consolidato schema a ferro di cavallo, con cinque ordini di palchi. Solo nel 1904, i due superiori vennero trasformati in galleria e loggione. La nuova sala fu inaugurata nel 1810, con un grande spettacolo operistico musicato per l’occasione da Simone Mayr. L’originaria decorazione, opera di Giusepper Teosa, rappresentava le vittorie di Napoleone (a cui venne intitolato il teatro) e fu poi sostituita da ornati neobarocchi. Solo il palco reale conservò l’ornamentazione originaria, insieme al soffitto dove si possono osservare i gruppi allegorici della Danza, della Commedia, della Tragedia e della Musica affrescati da Luigi Campini.

Anche il palcoscenico conserva parte della struttura ottocentesca. Le sue assi sono state calpestate dai più grandi interpreti delle opere liriche della tradizione italiana. La Madama Butterfly di Puccini venne accolta con entusiasmo proprio al Teatro Grande di Brescia, il 28 maggio 1904.
Questo splendido teatro ci ospiterà nuovamente domenica 13 giugno, in occasione del 58° Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo, intitolato Chopin. La voce dell’infinito. Pier Carlo Orizio dirigerà l’ORT e il pianista solista Federico Colli sulle musiche di Schumann e Mendelssohn.
Nome: Teatro Grande
Indirizzo: Corso Giuseppe Zanardelli, Brescia (mappa)
Contatti: Sitoweb
Proprietà: Società Semplice del Teatro Grande
Capienza: 970 posti
Inaugurazione: 1810