Un autentico gioiello. Nato come teatro scientifico è divenatato uno dei teatri più belli d’Italia, nonché una delle espressioni architettoniche più significative del tardo Settecento. L’ORT ci ha suonato l’ultima volta nel 2018.
Il meraviglioso teatro mantovano è senza dubbio uno tra i più belli d’Italia. La sua storia inizia nel 1767, quando fu commissionato dal conte Carlo Ottavio Colloredo, rettore dell’Accademia dei Timidi. L’intento era quello di andare a sostituire l’antico teatrino cinquecentesco che sorgeva nell’abitazione di Ferrante I Gonzaga, ma per un uso totalmente diverso da quello che se ne è fatto negli ultimi due secoli. Il nuovo spazio era infatti dedicato a riunioni e dimostrazioni pubbliche di carattere scientifico, non a caso ricevette l’appoggio dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria, da sempre molto sensibile ai temi di divulgazione culturale. Il teatro doveva quindi essere un luogo di incontro, ma soprattutto un punto di riferimento per gli accademici del nord Italia.

Siamo in piena rivoluzione illuminista e gli antichi teatri anatomici del XVII secolo iniziavano ad essere inadeguati. La partecipazione alla vita culturale si era decisamente allargata e gli aristocratici avevano iniziato a considerare gli esperimenti scientifici pubblici dei veri e propri eventi mondani. Viceversa: i canoni del rococò maturo imponevano anche agli edifici scientifici l’utilizzo di un’architettura basata su forme ricche e complesse.
Per far questo, il progetto fu affidato al celebre Antonio Galli Bibiena, erede di una prestigiosa famiglia di artisti-artigiani che da oltre un secolo veniva chiamata in tutta Europa, ovunque ci fosse un teatro da costruire o da modificare. In due anni di lavoro il teatro fu fatto e finito. Il Bibiena abbandonò la forma rinascimentale a gradinate in favore di una pianta a campana con quattro ordini di palchi lignei, secondo l’uso imperante nella seconda metà del Seicento. Ma la vera particolarità di questo teatro è la prosecuzione della struttura a palchetti anche sui lati e sul fondo del palcoscenico. Questo perché, nell’originario scopo di teatro scientifico, si doveva garantire agli spettatori di ogni punto della sala una visione adeguata.

Questo originale progetto architettonico ci ricorda la “scena fissa” di matrice antica, senza soluzione di continuità rispetto al resto della sala. Sul fondo vediamo quindi due corridoi sovrapposti a formare un loggiato a due piani. L’ambiente da un’idea di circolarità ed è tutto finemente decorato, basti pensare ai quattro ordini di palchi divisi da colonne e magnificamente affrescati o alle quattro nicchie ospitanti mantovani illustri (Gabriele Bertazzolo, Baldassarre Castiglione, Pietro Pomponazzi e Virgilio).

Il 3 dicembre 1769 il nuovo teatro viene inaugurato: un gioiello squisito per gli equilibri fra movimento ed eleganza. Poco più di un mese dopo l’inaugurazione, il 16 gennaio 1770 il giovane Wolfgang Amadeus Mozart, appena quattordicenne, giunto a Mantova durante la sua prima tournée italiana, vi tenne un memorabile concerto insieme al padre Leopold.
L’Orchestra della Toscana ha suonato al Bibiena in un paio di occasioni a metà degli anni ’90 per poi tornarci l’ultima volta nel marzo del 2018 con Ryan McAdams sul podio e Ivano Battiston solista alla fisarmonica. In programma musiche di Stravinskij, Piazzolla, Händel e Ginastera.
Nome: Teatro Scientifico Bibiena
Indirizzo: Via Accademia 47, Mantova (mappa)
Contatti: Sitoweb
Proprietà: Comune di Mantova
Capienza: 338 posti
Inaugurazione: 3 dicembre 1769