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  • Affari di famiglia



    La nostra prima viola, Stefano Zanobini, vive in una famiglia di musicisti. Ed è proprio con moglie e figli che si consuma “quella terribile faccenda dei canoni”. Bona nox è una ninna nanna con una storia particolare. Composta da Mozart, è il canone alla base di questo racconto sulle dinamiche musical-familiari.

    Arriva sempre il momento in cui i figli accuseranno i propri genitori di aver deviato con l’impronta educativa il regolare sviluppo di un giovane avviato all’età adulta. In genere i primogeniti punteranno il dito sulle attenzioni morbose ricevute ,che avrebbero suscitato difficoltà di accettare di se stessi e di vivere con spontaneità le proprie potenzialità, mentre i successivi figli lamenteranno di esser stati lasciati troppo a se stessi e di non aver potuto sfruttare appieno le proprie potenzialità. Insomma, in ogni caso i genitori avranno malamente toppato.
    Quando il mio primogenito “presenterà il conto” una delle esperienze negative che verranno a galla sarà “Quella Terribile Faccenda dei Canoni”.
    Che volete?, genitori musicisti non possono fare a meno di credere nella musica come grande leva educativa, quindi a partire dal momento della gestazione si troveranno a fare esperimenti di ogni genere con i suoni; nel nostro caso per esempio abbiamo provato a suonare la viola tenendola a contatto col pancione, abbiamo sparato a tutto volume brani multiritmici e politonali di Bartók per vedere scalciare dentro la pancia e poi, appena nato, abbiamo regalato al nostro primogenito una delle cose più belle che un figlio possa ricevere – esattamente quella cosa che in futuro ricorderà come“Quella Terribile Faccenda dei Canoni”.


    Poco prima del parto la mia amata trovò in una biblioteca bavarese di famiglia un tomo perfettamente intonso dal magniloquente ed evocativo titolo “Das Kanon Buch”, una voluminosa ed assai variegata raccolta di quattrocento canoni composti a partire dal Milleduecento. La prospettiva di poter unire attraverso “Il Canone” le nostre voci¹ per esprimere e dichiarare l’amore verso il frutto del proprio amore (scusate il gioco di parole) é una cosa che ci riempì di emozione e gioia e decidemmo di attuarla. Ciò portò a ineluttabili conseguenze:
    – far scomparire con nonchalance il libro entro la tasca interna della giacca, fischiettando innocentemente:
    – esaminare i 400 canoni, selezionando quelli abbordabili da ugole mediamente stonate;
    – imparare a memoria i canoni ritenuti idonei;
    – elaborare un “Progetto di Somministrazione Quotidiana” dei canoni al nascituro (ribattezzato in seguito “Quella Terribile Faccenda dei Canoni”).
    Il “Progetto di Somministrazione Quotidiana” vedeva, tra gli altri, “Sumer is icumen in”, il primo canone a noi giunto, l’immancabile “Fra’ Martino”, che Louis Joseph Francœur, violinista dell’Opéra de Paris, nel suo Diapason général de tous les instruments à vent del 1772 attribuí a Jean-Philippe Rameau, “Ta, ta, ta, lieber Mälzel”, buffo omaggio beethoveniano all’invenzione del metronomo che verrà poi sviluppato nell’VIII sinfonia, “Böse Weib”, un canone di Haydn dal testo velatamente misogino. Ma il canone primo nella lista del “Progetto di Somministrazione Quotidiana” era “Bona Nox” di Mozart.


    Il canone di Mozart ha tante caratteristiche positive.
    Innanzitutto è nato come ninna nanna – e tutti sanno quanta importanza danno i genitori al sonno ristoratore delle proprie piccole bestioline (ristoratore soprattutto per i genitori stessi).
    Poi comunica musicalmente tutta la vitalità e la gioia alla vita che Mozart riesce più di tutti a regalarci con la sua musica: il sorprendente salto di settima sul “bonne nuit”, la buffa discesa verso gli inferi dell’ultima strofa, la ferma dichiarazione del “bona nox” iniziale, il “pfui, pfui” presente nel testo… (una delle finalità nascoste del “Progetto di Somministrazione Quotidiana” era quella di infondere nel proprio figlio l’amore per questo tipo di musica).
    Inoltre mette di buon umore il simpatico testo – anzi i simpatici testi, visto che la versione originale di Mozart, con il “caga nel letto, fa’ che scoppi” e l’ancor più esplicito ultimo verso, nella prima versione stampata furono sostituiti da contenuti che non avrebbero ferito la decenza pubblica. Su questo aspetto noi genitori ci siamo a lungo confrontati, perché era nostro interesse individuare il testo che più di tutti avrebbe contribuito in maniera positiva all’educazione del nostro primogenito: la mediazione che ci vide concordi é che entrambi i testi fossero parimenti presenti nel corso del “Progetto di Somministrazione Quotidiana”.
    Infine la presenza, nel testo, di parole in lingua tedesca, ma anche di quella italiana, presentavano e rappresentavano non solo la madrelingua, ma anche la padrelingua. Anzi, il fatto che il termine “buona notte” nel testo sia presente in latino (“bona nox”), inglese (“good night”), francese (“bone nuit”), tedesco (“gute nacht”) e italiano era per noi un bell’auspicio verso un’Europa unita (Spinelli e Pannella docent) e genitori come noi, che si sono conosciuti all’interno della European Union Youth Orchestra, non potevano esimersi dall’influenzare il primogenito verso queste visioni progressiste – che ahimè in questo periodo storico sono stupidamente messe in discussione.


    Un limite del “Progetto di Somministrazione Quotidiana” é stato evidentemente che alcuni dei canoni selezionati sono stati concepiti per 3 o 4 voci, quindi la nostra esecuzione genitoriale a due voci risultava un po’ incompleta. Proprio per questo, anche se la secondogenita non ha usufruito del “Progetto di Somministrazine Quotidiana” (e di questo sicuramente si lamenterà in futuro) in quanto i genitori, consunti dall’inesauribile e apparentemente inutile impegno verso il primo figlio, si sono quasi completamente disinteressati dello sviluppo psicofisico del secondo, siamo riusciti con le nostre lagnose suppliche a convincere in nostri figli ad imparare alcuni di questi canoni, tra cui il “Bona Nox”, in modo da poterli cantare finalmente a tre o quattro voci.
    Chissà perché nel tedio della clausura primaverile post-Covid sono emerse tante piccole vecchie abitudini da tempo dimenticate. Tra queste il canticchiare il primo canone nella lista del “Progetto di Somministrazione Quotidiana”.

    [PS: agli ascoltatori l’ardua individuazione del testo o dei testi declamati dai vari componenti familiari nella registrazione casalinga offerta].

    Versione originale 
    Bona nox!
    bist a rechta Ochs;
    bona notte,
    liebe Lotte;
    bonne nuit,
    pfui, pfui;
    good night, good night,
    heut müssma noch weit;
    gute Nacht, gute Nacht,
    scheiß ins Bett dass’ kracht;
    gute Nacht, schlaf fei g’sund
    und reck’ den Arsch zum Mund. 
    Bona nox
    sei proprio un vero bue;
    bona notte [sic]
    cara Lotte;
    bonne nuit,
    pfui, pfui;
    good night, good night,
    abbiamo ancora molta strada da fare domani;
    gute Nacht, gute Nacht,
    caga nel letto, fa’ che scoppi;
    gute Nacht, dormi bene
    e porgi il culo alla bocca. 
    Versione parzialmente modificata 
    Bona nox!
    bist a rechter Ochs,
    bona notte,
    liebe Lotte;
    bonne nuit,
    pfui, pfui;
    good night, good night,
    heut’ müssma no weit;
    gute Nacht, gute Nacht,
    ‘s wird höchste Zeit, gute Nacht,
    schlaf’ fei g’sund und
    bleib’ recht kugelrund. 
    Bona nox
    sei proprio un vero bue;
    bona notte [sic]
    cara Lotte;
    bonne nuit,
    pfui, pfui;
    good night, good night,
    abbiamo ancora molta strada da fare domani;
    gute Nacht, gute Nacht,
    è giunto il momento, buona notte
    Dormi bene e
    rimani ben pingue. 

    ¹ Cos’é esattamente un Canone? É una linea melodica che si puó intrecciare. Per esempio nel canone a quattro voci le quattro persone cominceranno a cantare la melodia uno dopo l’altro ad ingressi prestabiliti; in questo modo ogni melodia é accompagnata da tre melodie “di accompagnamento” che fungono da armonia. Quindi la melodia in un canone “si autocompleta” e le quattro voci si fondono in un unicum.

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