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  • La voce di Brahms



    Nessuno poteva immaginarsi che quello che suonava solo come un fastidioso rumore metallico avrebbe cambiato per sempre la fruizione della musica. Il primo a scoprirlo? Johannes Brahms.

    Il fruscio è la prima cosa che salta all’orecchio: un solido e gracchiante rumore metallico in sottofondo, più simile a un’interferenza continua, al rumore bianco dei vecchi televisori fuori sintonia, che a un suono riconducibile a qualcosa di umano. Ecco, fa venire in mente un messaggio degli alieni, un’onda sonora extraterrestre, proprio come quella captata da Jodie Foster in un vecchio film di Robert Zemeckis (Contact, 1997).

    Jodie Foster in una scena del film Contact (1997)

    Invece è la voce di Johannes Brahms.
    La sua voce.
    Si tratta di una testimonianza straordinaria, che oggi è possibile ascoltare anche in Internet, e che è stata registrata con un fonografo il 3 novembre del 1889 a Vienna.
    In quegli anni, il fonografo è una novità incredibile che suscita ammirazione e stupore. Un congegno in grado di registrare un suono e di farlo riascoltare: una vera diavoleria!
    In realtà il tutto si realizza grazie a una membrana che ruotando su un cilindro viene incisa da una puntina. Un’invenzione messa a punto negli Stati Uniti da Thomas Alva Edison nel 1877, e che ha cambiato il modo di fruire musica per sempre.

    Thomas Alva Edison con il primo fonografo (1878)

    Ma torniamo a Vienna, nell’ottobre 1889. Un certo Dr. Wangemann, su incarico di Edison, sta facendo il giro delle capitali d’Europa per far conoscere l’oggetto delle meraviglie a regnanti, artisti, accademici, e soprattutto per fare nuove registrazioni. Il 30 ottobre la stampa viennese ci informa che Brahms è al Grand Hotel, e ha di fronte a sé il fonografo. Il compositore ascolta varie incisioni, fra le quali un’aria interpretata dalla celebre soprano wagneriana Lili Lehmann, e un brano per pianoforte. Entusiasta, scrive le sue impressioni a Clara Schumann: “Avrai sicuramente letto di questo nuovo miracolo, o qualcuno te l’avrà descritto. È come tornare nel paese delle fate. Domani pomeriggio, il Dr. Fellinger ce l’avrà a casa sua; come sarebbe bello se tu potessi essere lì con noi!”.
    A casa Fellinger, Brahms sta per registrare la sua performance con il fonografo. Il giovane figlio dei padroni di casa ce ne lascia una vivida testimonianza: racconta che Brahms è talmente emozionato da non riuscire a suonare, ma poi la performance ha inizio, e questo è quanto è stato inciso in quei solchi ai primordi della riproducibilità dei suoni.

    Johannes Brahms nel suo studio

    Prima si ode una specie di annuncio: il Dr. Wangemann dice la data. Segue una voce emozionata, forse nervosa, che con un tono un po’ troppo alto,  pronuncia: “Im Haus von Herrn Doktor Fellinger, bei Herrn Doktor Brahms, Johannes Brahms” (“In casa del dottor Fellinger, con il dottor Brahms, Johannes Brahms”). È lui. Ed ecco che attraversando lo spazio e il tempo, lo stesso Brahms attacca la Danza ungherese in sol minore. Il cilindro di Brahms ha avuto varie vicende ed è stato finalmente restaurato alla fine degli anni Novanta. Adesso è alla Biblioteca di Stato di Berlino. Se pensate che i suoni del passato abbiano per voi un certo fascino, collegandovi a questi link potrete trovare anche l’incisione fonografica con la voce di Čajkovskij. Se invece volete godere dei suoni del presente, concentratevi sul concerto.

    Clicca qui per ascoltare Brahms

    Clicca qui per ascoltare Čajkovskij e altri …

    “Sull’attualità del fonografo c’è da discutere”

    Theodor W. Adorno Long Play e altri volteggi della puntina

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