Fino al 18 giugno 2023 la Fondazione Palazzo Strozzi ospita la mostra intitolata Reaching for the Stars. Da Maurizio Cattelan a Lynette Yiadom-Boakye. Tutti i possessori di biglietto o titolari di abbonamento all’ ORT-Orchestra della Toscana potranno godere di una tariffa ridotta sul biglietto di entrata.
La Fondazione Palazzo Strozzi ospita, fino al 18 giugno 2023, la mostra intitolata Reaching for the Stars. Da Maurizio Cattelan a Lynette Yiadom-Boakye, un percorso che celebra le stelle dell’arte contemporanea attraverso una raccolta di oltre 70 opere della Collezione Sandretto Re Baudengo, una delle più prestigiose raccolte d’arte contemporanea a livello internazionale che in questa occasione festeggia i suoi trent’anni.
Tutti i possessori di biglietto o titolari di abbonamento all’ ORT-Orchestra della Toscana potranno godere di una tariffa ridotta sul biglietto di entrata.

Curata dal Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi, Arturo Galansino, l’esposizione ha come obiettivo quello di percorrere le principali ricerche artistiche degli ultimi decenni tramite una costellazione di opere esposte in tutti gli spazi di Palazzo Strozzi, dal Piano Nobile alla Strozzina, fino al cortile rinascimentale, dove è presentata GONOGO, la nuova installazione dell’artista Goshka Macuga. Il progetto nasce con l’intento di creare una piattaforma di sperimentazione e partecipazione in cui si uniscono l’esposizione di opere della collezione e nuove produzioni create per la mostra, assieme ad un ampio programma di attività e progetti con gli artisti protagonisti di talk e workshop, e a numerose attività per coinvolgere il pubblico.

Nel percorso espositivo si evidenziano importanti opere dell’arte britannica di artisti come Damien Hirst, Anish Kapoor e Sarah Lucas, oltre ad un’ampia selezione di lavori di Maurizio Cattelan, artista centrale per un’esplorazione dell’arte italiana tra anni Novanta e Duemila, insieme, tra gli altri, a Paola Pivi e Lara Favaretto. In parallelo si snodano sezioni tematiche come quella dominata dalla celebre serie Untitled Film Still (1978-1980) di Cindy Sherman che propone una riflessione sociale e politica sul tema dell’identità, in rapporto a opere di Shirin Neshat, la serigrafia Untitled (Not ugly enough) (1997) di Barbara Kruger o la scultura in materiali organici SelfPortrait (1993) di Pawel Althamer. L’indagine sulla scultura si amplia nei grandi lavori di Andra Ursuţa, Adrián Villar Rojas, Berlinde De Bruyckere e Mark Manders, le cui pratiche investigano il corpo e la figura tra decostruzione e ricomposizione.

A questa fa eco la perlustrazione della ricerca pittorica attraverso dipinti di artisti come Lynette Yiadom-Boakye, Sanya Kantarovsky, Michael Armitage, Cecily Brown e Avery Singer, testimoniando la perdurante vitalità di questo medium, tra figurazione e astrazione, soprattutto nelle generazioni più giovani. Completa il percorso un’ampia sezione dedicata alla Video arte con opere manifesto di artisti quali William Kentridge, presente con History of Main Complaint (1996), Douglas Gordon e Philippe Parreno, con la celebre videoinstallazione Zidane. A 21st Century Portrait (2005) e Ragnar Kjartansson con The End – Rocky Mountains (2009).
Attraverso la prospettiva di oltre 50 artisti provenienti da tutto il mondo, la mostra si pone come un’occasione per riflettere sul presente e il futuro dell’arte, restituendone in modo aperto la varietà, l’evoluzione e il suo rapporto con la società contemporanea.
