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  • Fotografia ritraente Bruno Munari

    A Natale, più musica!



    Vi invitiamo al grande concerto di Natale dell’ORT durante il quale potrete lasciarvi trasportare in un magico mondo natalizio come quello descritto e illustrato da Rodari e Munari ormai sessant’anni fa.

    C’è un pianeta dove i taxi sono a forma di cavallo a dondolo e sono gratis, dove tutti sono sempre e solo in pigiama e pantofole, e dove ogni giorno è Natale. È Il pianeta degli alberi di Natale, dove ci ha portato per la prima volta Gianni Rodari precisamente sessant’anni fa. Il bello è che da allora questo pianeta non è cambiato neanche un po’.


    Il “Gran bazar Spaccatutto” è sempre lì, con i suoi piani pieni zeppi di arredi, stoviglie e vasellame, tutti da sfasciare, a disposizione di chiunque abbia il bisogno irresistibile di fracassare qualcosa. I marciapiedi mobili trasportano i pedoni da un quartiere all’altro senza bisogno di fare un passo, e per chi è stanco ci sono anche le panchine. Se poi vedete qualcosa di interessante in un negozio, dal marciapiede mobile si può rubare “a furto libero” quello che serve, perché le vetrine sono senza vetri, e restano aperte anche di notte, perché se ti accorgi improvvisamente di aver bisogno di un paio di scarpe, o di un frigorifero, come fai? Bisogna essere svelti, però, perché il marciapiede corre veloce e non si ferma. Ma ora provate a entrare in un negozio. Supponiamo vogliate sette orologi: ve ne daranno otto. Volete un titolo nobiliare? Dei gradi? Vi faranno Re delle due Sicilie, oppure Vicecomandante in seconda della Flotta spaziale di Bricabrac. Forse preferite un’onoreficenza: che ne dite di Primo Spinterogeno e Sacra Marmitta del Granducato di Besozzo? O è meglio Cavaliere e Cavallesso dell’Ordine dei Brutti e Buoni? E ricordate, sul pianeta degli alberi di Natale “si vende tutto gratis”.
    Per chi ha fame, è d’obbligo una capatina al ristorante, per assaggiare la famosa “tristecca ai ferri corti”, oppure, il “do di petto di tacchino”. Personalmente, suggerisco la “zuppa di mattoni traforati ripieni”, con la quale nemmeno un Cannavacciuolo ispirato sarebbe in grado di competere. E il bello è che anche qui il conto non si paga.

    Ad accompagnare la prima edizione, nel 1962, de Il pianeta degli alberi di Natale, ci sono i “segni sghembi, sghiribizzi, macchie, colori e scarabocchi” che Bruno Munari aveva ideato per tutti i libri di Gianni Rodari, accentuando l’aspetto irreale e quasi spiazzante dei testi, e creando un sodalizio artistico che ha segnato la storia dell’illustrazione e della letteratura per l’infanzia del Novecento. Con pochi segni e pochi colori, Munari ha tradotto in immagine la scrittura di Rodari, che scaturisce da associazioni in libertà. Lo scrittore è infatti l’inventore del “binomio fantastico”, la cellula creativa, composta da due nomi slegati fra loro, che sta alla base di molti laboratori di scrittura condotti con i suoi alunni. Celebre è l’accoppiata “cane-armadio” che ha prodotto numerosi racconti, di cui Rodari parla in Grammatica della fantasia (1973). Per fortuna i libri del duo Rodari-Munari sono eterni, come eterna è la capacità degli umani di fantasticare. Seguendo quest’indicazione vi invitiamo quindi ad ascoltare il Concerto di Natale dell’ORT, che vede sul podio il nostro direttore artistico, Daniele Rustioni. Fateci caso: siete tutti in pigiama e con le pantofole. Auguri a tutti dall’ORT!

    “Avviso ai signori seri:
    Nei giorni di festa
    Siete pregati di camminare
    Sulle mani e sulla testa.”

    Gianni Rodari da Il pianeta degli alberi di Natale

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