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  • Un violino per l’ORT | 2



    Dopo aver progettato l’intero lavoro Lorenzo comincia a mettere mano ai vari elementi che compongono il violino. Il primo lavoro manuale vero e proprio comincia dalla sistemazione di “zocchetti”, fasce e controfasce.

    Riprendiamo da dove eravamo rimasti. 

    Dopo aver preso le decisioni relative ai materiali da utilizzare inizia il lavoro manuale vero e proprio; un lavoro che richiede cura e attenzione ai dettagli, in quanto anche la più piccola imprecisione rischia di compromettere il risultato finale irreversibilmente. Entra dunque in gioco la sensibilità del liutaio che, con pazienza, comincia la lavorazione dei legni attraverso passaggi universalmente adottati ma anche estremamente personali; non esistono delle regole rigide.

    Prendo anzitutto la forma del mio violino e preparo gli “zocchetti” che andrò ad applicare sulla struttura. Per questi utilizzo il legno di salice dal quale estraggo sei tasselli, uno per la testa, uno per il fondo e quattro per le punte laterali. Dopo averli piallati per rendere liscia la superficie li incollo mediante una colla vinilica che mi garantisce una perfetta aderenza fra le due parti. Questi “zocchetti” saranno poi scolpiti e rifiniti con precisione, in modo da garantire allo strumento le sue classiche curve. Ripongo il tutto su un ripiano a seccare e comincio la lavorazione delle fasce e delle controfasce. 

    Questo elemento è fra i più complicati a livello di produzione in quanto parliamo di strisce di legno tagliate mediante una sega a nastro che dovranno essere spessorate a mano fino alla misura di poco più di un millimetro. La creazione delle fasce, in tutto sei, è fra le fasi più delicate e lunghe dell’intera opera e spesso arriva a impegnare intere giornate. Altri listelli più spessi saranno invece le controfasce del mio violino, fondamentali per garantire una maggiore solidità allo strumento.

    Una volta che ho tutto il materiale pronto la tecnologia ci viene in soccorso. Grazie ad un “ferro piegafasce”, strumento che genera calore attraverso una resistenza elettrica, fletto e modello fasce e controfasce. Comincio con quelle che compongono le “C” del violino, aiutandomi con apposite sagome che mi permettono di mantenere una perfetta simmetria fra le due. Ripeto questo processo per ogni singolo pezzo preparato e mi appresto ad incollarli. Per questa fase utilizzo, a differenza di prima, una colla animale in quanto maggiormente resistente e migliore per la qualità del suono a lavoro ultimato. Alle fasce seguono le controfasce. Grazie a queste vado ad aumentare lo spessore sul quale andremo a incollare tavola e fondo che altrimenti avrebbero poggiato su una superficie di un millimetro.

    A questo punto non mi resta che iniziare con la rifinitura e il pareggiamento, effettuato attraverso utensili semplici ma estremamente funzionali allo scopo, come un piano di carta vetrata, lime, coltelli e rasiere.

    Al termine di questa fase avrò la struttura del mio strumento portata alle sue dimensioni definitive. 

    2. continua (la prossima settimana)

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